Le nostre iniziative


2006 - Il bipiano ritorna a Bologna

Finalmente è ritornato a Bologna!

Dopo tante peripezie, il “Gruppo Studio Trasporti” del Circolo Giuseppe Dozza ATC, è riuscito a recuperare ad uso museale un vecchio autobus a due piani tipo FIAT 412 Aerfer già appartenuto all’ex ATM, poi ATC. La vettura in questione è la n. 2727 del 1970 dismessa dal parco mezzi bolognese nella seconda metà degli anni 80 e poi venduta all'azienda ACFT di Ferrara, dove venne utilizzata per il servizio “Bibus”, giro turistico della città, fino al 2004 anno in cui venne  definitivamente accantonata nel deposito ferrarese Trenti.

Il Gruppo si è interessato immediatamente ad un suo possibile recupero ad uso storico, con donazione alla Collezione Storica ATC, luogo ritenuto ideale per un suo ricovero e particolarmente significativo per l'importanza storica legata allo sviluppo del trasporto pubblico bolognese che esso ricopre.

Il Gruppo ha così avviato nel 2006 la trattativa per il recupero dello stesso, con la preoccupazione che nel frattempo potesse essere demolito o venduto ad altri acquirenti.

L'iniziativa ha suscitato immediatamente un profondo interessamento da parte del presidente ATC, Ing. Francesco Sutti, al quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti; e al responsabile della Collezione Storica ATC Sig. Damiani, che si è adoperato per far sì che il bipiano potesse essere conservato all'interno del museo di via Bigari.

Grazie all'intervento di meccanici esperti, si è appurato che il bus non era in grado di essere messo in moto a causa di diverse parti meccaniche arrugginite e questo ha ulteriormente complicato l’operazione, già resa difficile da numerose altre problematiche.

Il 7 dicembre 2007 finalmente si è svolta l’operazione di trasferimento del mezzo: tramite una ditta di trasporti eccezionali, il “nostro” bus è stato riportato, tramite trasporto su carrellone, nella sua Bologna, dove aveva prestato servizio sulla linea Mazzini – San Lazzaro, ed ora fa bella mostra di sé all’interno della “Collezione Storica”. Davvero emozionante è stato seguire l’operazione di carico e trasferimento del mezzo!

Il bipiano si presenta esteticamente in un buono stato di conservazione,  con solo qualche “difetto” di carrozzeria. L’interno è ancora molto simile all'originale, a cui è stato aggiunto nel corso del tempo il riscaldamento per i passeggeri e alcuni altoparlanti necessari per il servizio turistico nella cittadina ferrarese. Unica nota stonata è la livrea esterna, la quale si presenta verniciata in arancio ministeriale anziché in giallo-rosso di origine, oltretutto pellicolata con adesivi pubblicitari che evidenziano l’ultimo servizio svolto a Ferrara.

Operazione ricca di difficoltà tecniche e burocratiche superate da un gruppo affiatato e che ha deciso, con non pochi rischi, di auto finanziare interamente l'operazione, visto la totale assenza di supporti economici esterni, per far sì che questo autobus non venisse demolito ed andasse perduto per sempre.


Testo di Riccardo del Ristoro

Foto Archivio GST


2009 - GST a La Spezia

In occasione della festa del Patrono San Giuseppe, durante le giornate dal 19 al 22 Marzo 2009, La Spezia ha ospitato un particolare evento organizzato dall’Associazione AssoFitram, associazione di recente nascita il cui obiettivo è quello di preservare e restaurare autobus storici della locale città e non solo.  La manifestazione spezzina si è sviluppata con diverse iniziative: esposizione di veicoli storici statici, sfilate di mezzi storici lungo le coste del Golfo dei Poeti, una mostra fotografica, effettuazione di alcune “corse rievocative” con mezzi storici di proprietà AssoFitram.

Domenica 22 Marzo alcuni componenti del Gruppo Studio Trasporti del Circolo Giuseppe Dozza dell'ATC di Bologna hanno deciso di recarsi a La Spezia per partecipare alla “corsa rievocativa” con il Fiat 308 Cameri restaurato e storicizzato dall’associazione stessa AssoFitram attraverso la Val di Vara, con visita al deposito di Borghetto Val di Vara.

All'arrivo nella città ligure, abbiamo potuto ammirare da subito l'esposizione di mezzi storici in Piazza Chiodo (di fronte all'arsenale della Marina Militare purtroppo non visitabile); questa esposizione continuava poi per alcune vie cittadine dov'erano esposti, in collaborazione con il Museo Nazionale dei Trasporti, sottoforma di monumento, vecchi autobus e filobus che avevano prestato servizio a La Spezia ed in altre città, tra cui un Fiat 668F Viberti del 1951 ricostruito Mauri (matr. 203 di ATC SP), un Alfa Romeo Mille SEAC Casro del 1963 (matr. 238 di ATC SP), un OM Leoncino Menarini del 1951 adattato a veicolo di servizio (matr. 251 di ATC SP), un Fiat 668F Cansa del 1953 (matr. 2227 di AMT GE),  due Fiat 418 Portesi del 1974 (matr. 411 e 423 di TPM Monza).

Verso le 11 a bordo del vecchio Fiat 308 extraurbano con carrozzeria Cameri del 1973 proveniente dal comune di Bagnone (MS), ci siamo diretti a Borghetto Val di Vara dove, presso il deposito  dell'azienda locale è custodita, buona parte della collezione storica di veicoli che hanno garantito il servizio di trasporto pubblico del passato. Purtroppo molti dei mezzi esposti non sono in buone condizioni anche perchè una parte di essi è lasciata all'aperto. 

In particolare abbiamo potuto rivedere il "nostro" FIAT 410/A matricola 3125 in livrea giallo/rossa che ha circolato a Bologna fino agli anni '90.  Abbiamo ritrovato inoltre una vecchia conoscenza del parco autobus petroniano: il FIAT 409/A matricola 2820 meglio conosciuto come "Giocabus". Per questo veicolo è previsto un recupero di carrozzeria e degli interni e si spera che in futuro lo si possa ammirare nella sua versione originaria bolognese!

Nel pomeriggio siamo tornati a La Spezia a bordo di un bus di linea ed abbiamo “visitato”, seppure solo dall’esterno, il vecchio deposito filoviario del Canaletto dove sono ricoverati i filobus Bredabus 4001 che svolgono tutt'ora servizio sulle linee 1 e 3 (servizio purtroppo sospeso nei giorni festivi). In questo impianto, da sempre adibito al ricovero ed alla manutenzione dei filobus, abbiamo potuto vedere l’altra parte della collezione storica tra i quali il bipiano Aerfer ed un vecchio filobus Alfa Romeo 140/AF che per un certo periodo di tempo è stato ricoverato presso la Collezione Storica di ATC.

E' stata davvero una piacevole giornata anche per via del bel sole che splendeva sulla città. Congratulazioni da parte nostra a tutti i soci dell’Associazione spezzina per quanto stanno facendo per salvaguardare il patrimonio storico. Speriamo che in futuro una manifestazione simile si possa organizzare anche a Bologna!

 

 

Testo di Riccardo Del Ristoro

Foto di Alessandro Brunelli


2011 - GST a La Spezia

Sabato 19 marzo scorso il GST, a ranghi ridotti, ha effettuato la prima escursione del 2011 in occasione delle parti trasportistiche della Fiera di San Giuseppe a La Spezia.

San Giuseppe è infatti il patrono della città, e come in ogni festa patronale che si rispetti, la città assume un aspetto di fiera diffusa in tutto il centro, con bancarelle, feste di strada e quant'altro. La locale ASSOFITRAM, associazione di cultori del trasporto pubblico, da diversi anni coglie l’occasione della ricorrenza per organizzare alcuni tra i suoi appuntamenti annuali più significativi.

Quest’anno ricorrendo il 150° dell’Unità d’Italia, si è puntato su una celebrazione del bus modello FIAT 418, visto quale autobus “unificante” dell’Italia, essendo veramente stato presente in tutta la nazione, dalle grandi città fino, in alcuni, casi, a qualche piccolo paesino, nel corso della sua carriera durata praticamente quarant'anni, in quanto qualche sparuto esemplare è ancora in circolazione.

Diversi gli appuntamenti di questa celebrazione.  La mattina del 19 marzo con un FIAT 418 Portesi, originario di Treviso e oggi di proprietà dell’Associazione, si è svolto un giro sulle principali linee cittadine, simulando anche il passaggio di consegne tra il 418 e gli allora nuovi filobus Bredabus (praticamente analoghi a quelli di Bologna) al capolinea di Pegazzano. Al pomeriggio l’inaugurazione, con tanto di bandierona italiana vista la ricorrenza di quest’anno, del pezzo forte: il 418 VS 880 Portesi ex matricola 4912 dell’AMT di Genova appena restaurato e rimesso in ordine di marcia; un mezzo forse visto come anche troppo moderno da alcuni puristi (è del 1985), ma estremamente interessante in quanto è stato l’ultimo modello di 418 prodotto in Italia appositamente per le strette strade collinari di Genova con telaio all’uopo accorciato (8,80 m, appunto).

In tutte le giornate della manifestazione era poi possibile visitare una mostra fotografica sui 418, nel contesto della quale i nostri soci Massimiliano Cantoni e Giorgio Fantini il pomeriggio del 19 marzo hanno ripercorso la storia del mezzo mettendo a disposizione una ricerca, condotta alcuni anni fa.

Infine domenica 20 i due mezzi hanno percorso la strada tra La Spezia e la turistica Lerici in mattinata, per poi rientrare in deposito a Borghetto Vara, dove i mezzi dell’ASSOFITRAM sono “ospiti” di ATC La Spezia, non prima di un abbondante pranzo sulle colline liguri.

 

Testo di Massimiliano Cantoni

Foto di Alessandro Brunelli


2010 - GST alla BredaMenariniBus

Alle porte di una tanto desiderata primavera, è arrivata anche la prima uscita per il Gruppo Studio Trasporti del Circolo Giuseppe Dozza. Quasi al completo, Venerdì 12 Marzo 2010 siamo stati ricevuti dalla Dott.ssa Catalano per la visita agli stabilimenti di BredaMenariniBus. Visita tanto desiderata da ogni appassionato di autobus, per la curiosità stessa che questi stabilimenti destano in noi. Ed eccoci, così, accontentati.

BMB è oggi una delle principali realtà costruttive italiane di autobus nel nostro paese. Nata all’inizio degli anni 90 dalla fusione del reparto autobus di Breda Costruzioni Ferroviarie con la storica carrozzeria Menarini, nata a Bologna nel 1919, è riuscita a sopravvivere ad una difficile crisi del settore, che ha visto in pochi anni chiudere gli storici stabilimenti di Autodromo, Dalla Via, De Simon, ecc… In 90 anni di attività, sono stati prodotti oltre 30.000 autobus contribuendo così alla storia del trasporto pubblico italiano.

Accompagnati dall’Ing. Somma, il gruppo ha avuto la possibilità di visitare lo stabilimento di Via San Donato dove vengono svolte attività produttive e di assemblaggio (telaio, scocca, motore e organi meccanici), al termine delle quali avviene il collaudo finale effettuato per ogni autobus prodotto, utilizzando anche una speciale pista di prova che si sviluppa per circa 2Km all’interno dell’area.

Presso lo stabilimento felsineo, attualmente BMB progetta, costruisce e realizza autobus di varie tipologie per diversi tipi di servizi: si passa dai 5,8m. dell’elettrico M200 Zeus destinato alle linee urbane per centri storici, ai 18m. dello snodato M340 Avancity Plus (diesel o metano), da i corti o medi M231 Vivacity Plus (diesel o metano), agli ormai conosciuti  M240 (diesel o metano) in taglia normale o lunga. Non possiamo dimenticare l’interurbano Lander 12m, la cui prima commessa di 5 esemplari è stata aggiudicata ad ATP Genova. E’ del Marzo 2009 l’importante aggiudicazione della fornitura per la città di Roma di 45 filosnodati, i cui primi esemplari prodotti non erano, purtroppo, presenti in sede al momento della nostra visita. E sempre nella primavera 2009, BMB è riuscita a vincere importanti gare per la fornitura di 99 autobus urbani a metano destinati a Spagna e Turchia (per la città di Izmit, con la versione a metano dello snodato M350).

Nella parte finale della visita abbiamo potuto ammirare, presso un piccolo angolo espositivo,  alcune versioni del Vivacity Plus in taglia media, una di queste con un particolare allestimento dotato di  numerose telecamere sia interne sia esterne oltre che alcuni video piatti.

 

Con la consegna di gadgets e depliants ed una calorosa stretta di mano a chi si è prodigato per rendere possibile l’iniziativa, a cui va un particolare ringraziamento, si è conclusa una interessante visita. La giornata di “porte aperte” alla BMB ha permesso di toglierci tante curiosità e di vedere finalmente tutti i passaggi per la costruzione di quell’autobus che quotidianamente utilizziamo per lavoro o per svago, senza ovviamente dimenticare i modelli che hanno fatto la storia della Menarini dagli anni ’60 agli anni’80 (dalle carrozzerie dei Fiat 411, 410, 421, 306 ai Monocar 1241 ed infine ai tanto amati CMB 201) di cui ognuno porta un personale ricordo legato al trasporto pubblico bolognese.

 

Testo di Alessandro Brunelli

Foto Archivio GST


2014 - GST a Radio Sanluchino

Questa esperienza proprio ci mancava, e certamente non ci siamo fatti scappare una occasione unica! Mercoledì 2 Aprile scorso, una rappresentanza del Gruppo Studio Trasporti ha partecipato alla trasmissione radiofonica di Radio Sanluchino “Ma che Bella Serata”, una serie di puntate serali dedicate alle tradizioni locali e alle associazioni che operano sul territorio bolognese ed emiliano-romagnolo. Mauro Malaguti, nostro socio, nonché ideatore e conduttore del programma, ha voluto dedicare una serata al trasporto pubblico locale e alla sua storia, invitandoci così negli studi per la diretta, intesa come radiofonica e non come corsa senza fermate intermedie!!

Durante le quasi due ore di trasmissione abbiamo così avuto modo di toccare diversi argomenti legati alla storia del trasporto pubblico: partendo dal primo omnibus in servizio a Bologna dal 1877, attraverso la storia del tram e delle ferrovie locali, oggi nella maggior parte dei casi scomparse, siamo arrivati ai giorni nostri, mettendo in evidenza come sono cambiate le esigenze degli utenti del tpl ed anche come è cambiata la tecnica costruttiva degli autobus, evitando accuratamente alcuni argomenti d’attualità che non sono d’interesse del gruppo.

E’ stato così dato spazio anche alla presentazione del Gruppo Studio Trasporti del Circolo Giuseppe Dozza ed alla sua attività che si svolge dal 2006: dal salvataggio del bipiano Aerfer e alla sua donazione alla “Collezione Storica”, ai numerosi “Bus Day” che abbiamo organizzato in questi ultimi anni (è in preparazione l’edizione 2014 grazie alla collaborazione con Ricci Bus, una importante azienda privata attiva nel nostro territorio), per non dimenticare le mostre fotografiche organizzate alla Galleria “il Punto” (possiamo anticipare che a Novembre ricorderemo i cinquant’anni dell’ultima corsa dell’ultimo tram).

Insomma, tra uno spuntino di metà serata e un po’ di musica, abbiamo riscontrato un particolare interesse all'argomento storico tra gli ascoltatori, viste anche le numerose telefonate pervenute.

Un particolare ringraziamento ai conduttori Mauro e Francesca.

Siamo tutti d’accordo nel sostenere che è stata davvero… una bella serata

 

Testo di Alessandro Brunelli

Foto Archivio GST


2014 - GST a Torino

Domenica 8 giugno 2014 cinque appassionati di trasporti pubblici del Gruppo Studi Trasporti di Bologna partono alla volta di Torino dove si tiene l’ATTS SHOW 2014, che fra le varie iniziative interessanti della giornata prevede una navetta effettuata con tram storici (e si vocifera che ci sia pure la bolognese 201, e per nostra grande gioia scopriremo che sarà così!), la visita guidata al deposito di Sassi e un giro su di un autobus bipiano di Italia 61. Per chi non lo sapesse, ATTS sta per Associazione Torinese Tram Storici, nata nel 2005 senza scopi di lucro per valorizzare il tram come patrimonio storico e culturale della città; è partner della GTT, Gruppo Torinese Trasporti, con lo scopo di creare un “museo del tram in movimento”.

Appuntamento dunque per i 5 apatras bolognesi alle 8,45 in stazione centrale, e in poco più di due ore arriviamo comodamente alla stazione di Torino Porta Susa con Italo, e lì ci attende Alberto Viscardi, socio dell’ATTS, che ci dà tantissime informazioni utili sull’iniziativa e su come muoverci nel capoluogo piemontese. In attesa del tram che ci porterà a Piazza Vittorio Veneto, punto in cui partono i tram storici, iniziamo a scattare le prime foto agli autobus ed ai tram che circolano in Piazza VIII Dicembre, quella antistante la stazione di Porta Susa. Notiamo subito una gran quantità di Citelis e qualche Cityclass per quanto riguarda i 12 metri (del resto siamo a Torino, città della Fiat…), mentre sui 18 metri Van Hool vanno per la maggiore (vedremo poi anche dei Citelis snodati, novità assoluta per noi). Tutti gli autobus hanno la tipica livrea torinese, grigia con la fascia giallo-blu (i colori della città) nella parte bassa. Per andare alla nostra destinazione prenderemo il tram 13/ che, come ci spiega Alberto, ricalca gran parte del percorso della linea automobilistica 13, anch’essa tramviaria fino a dicembre 2013, ma siccome alcuni residenti  vicino ad un capolinea periferico hanno protestato per il rumore dei  tram, hanno trasformato la linea in automobilistica, mentre i tram sono rimasti sul percorso ridotto del 13\ tra Piazza Gran Madre e Rondò Forca, e Alberto ci ha consigliato questa linea perché su di essa prestano servizio i tram della prima serie dei 2800, motrici a 2 casse e 3 carrelli costruiti fra il 1958 e il 1960, unendo due tram della serie 2100\2200 degli anni ’30, e ristrutturate negli anni ’80. Noi saliremo sulla 2855 di colore verde, ed è qui che scatteremo la prima foto di gruppo. Arriviamo in Piazza Vittorio Veneto, grande piazza torinese vicino al Po, da cui si ammirano la chiesa di Gran Madre di Dio (capolinea delle linee 13 e 13/), le colline torinesi e in lontananza si scorge la basilica di Superga (uno dei nostri obiettivi). Qui, oltre a scattare varie foto ai tanti bus e tram in transito, attendiamo la navetta effettuata da tram storici ogni quarto d’ora verso il capolinea della borgata Sassi. Le vetture in circolazione sono tre,  e qui veniamo a sapere che fra queste c’è anche la mitica 201 bolognese, in cui ovviamente non vediamo l’ora di salire!! La prima che passa però è una torinese, la 116, costruita nel 1911, restaurata nel 1976, proveniente dall’Atm Torino, cartello “10 Crocetta-Regio Parco”, percorso originario della linea 10 ; saliremo su quella visto che di seguito c’è la romana e per ultima arriverà la bolognese, ma siccome le cose da fare sono tante, e la frequenza dei passaggi è di ogni 15 minuti (quindi per la bolognese avremmo dovuto attendere una mezz’oretta) optiamo per dirigerci subito a Sassi. A bordo della piccola ma graziosa vettura soci dell’ATTS accolgono i visitatori e durante il percorso raccontano la sua storia. Il capolinea di Sassi è quello di Piazza Coriolano, lo stesso della attuale linea 15, ma noi scendiamo un po’ prima dove c’è la stazione della tranvia a cremagliera per Superga, il museo dell’ATTS e dentro il ristorante attiguo alla stazione una vettura tranviaria a cavalli (la 197, del 1880, restaurata nel 1978, proveniente da Torino e di proprietà della Belga), nonché pannelli informativi sulla storia del trasposto pubblico torinese curata dalla GTT. Qui il gentilissimo Alberto ci saluta visto che lo aspettano impegni famigliari, comunque lo ringraziamo tantissimo per l’accoglienza e per  le dritte utilissime che ci ha fornito per passare al meglio la giornata nella città della mole. Ci informiamo sugli orari della tramvia per Superga, e siccome c’è un po’ di tempo incominciamo la visita guidata al museo dell’ATTS, dove ammiriamo alcune vetture tramviarie, fra cui la 209 (tabellata “linea dei viali”, costruita nel 1911, restaurata nel 2006, provenienza Sst Torino), la 2592 (costruita nel 1933, restaurata tra il 2007 e il 2009, provenienza Atm Torino, con cartello di linea 7), la 3104 (costruita nel 1949, restaurata nel 2010, provenienza Atm Torino, tabellata linea 8). Ci piacerebbe proseguire la visita, ma è ora di salire in carrozza per Superga, e se si arriva tardi e i convogli sono pieni bisogna aspettare la corsa successiva che parte mezz’ora dopo. La linea Sassi-Superga proprio quest’anno compie 130 anni: nata nel 1884 come funicolare, è stata trasformata in cremagliera elettrica nel 1935 in seguito ad un incidente. La linea attuale utilizza una   cremagliera Strub a binario unico: si sviluppa su 3100 metri con uno scartamento ordinario di 1.445 mm che tuttavia consente di superare agevolmente il dislivello di 425 metri con una pendenza massima del 21% nell'ultimo tratto. Il treno ha una capienza di 210 passeggeri e, con una velocità massima di 14 km/h, impiega approssimativamente sedici minuti per completare il tragitto tra le due stazioni. Ciascuno dei tre convogli è composto da una motrice elettrica a quattro assi con ruote libere che spinge un'analoga vettura priva di motore ad essa agganciata. Le motrici sono state realizzate nel 1934 contestualmente all'elettrificazione e alla trasformazione della linea in cremagliera, mentre le vetture a rimorchio sono quelle originali e risalgono al 1884. Salendo ammiriamo la verde collina torinese e arrivati in cima, oltre a rifocillarci al bar, ammiriamo la città di Torino dall’alto… peccato che la cappa di umidità impedisca la visuale delle Alpi. Per un po’ tralasciamo la nostra passione per i trasporti e ci diamo all’arte e alla storia visitando l’interno della splendida basilica di Superga e sul retro della stessa il monumento dedicato al Grande Torino, che qui conobbe una tragica fine il 4 maggio del 1949 quando l’aereo contenente l’intera squadra che aveva disputato un’amichevole a Lisbona contro il Benfica si schiantò contro la collina.

Terminata la visita a Superga riscendiamo con la tranvia e ci reimmergiamo nel mondo dei trasporti terminando la visita al museo dell’ATTS: ammiriamo un vecchio autobus verde OM Menarini di Aosta a due porte, vari modellini di tram e bus (alcuni dei quali veramente spettacolari realizzati con i lego e circolanti alla base della riproduzione sempre in lego della mole Antonelliana), una vettura tranviaria in lavorazione (la 2593) ed un’altra sempre proveniente dall’Atm Torino, la 502, costruita nel 1924, restaurata tra il 2000 (statico) e il 2009 (dinamico).

Terminata la visita al museo dell’ATTS (e qui ci vien da pensare con un velo di malinconia e di tristezza allo stato in cui versa il museo dei trasporti di Bologna…) ci dirigiamo di nuovo verso il capolinea del 15 in Piazza Coriolano visto che, secondo i nostri calcoli, dovrebbe essere l’ora della “bolognese”. In quel momento di fianco all’attuale tram 15 fermo al capolinea (una vettura della serie 5000, la 5004 per la precisione, motrici articolate T.P.R. a 2 casse e 3 carrelli, tram a pianale ribassato, anno di costruzione 1989-1992) c’è la “romana”,  la 312, di colore bianco e  blu, costruita nel 1935 per le tratte urbane della rete romana Stefer (Termini-Cinecittà e Termini-Capannelle), salvata dalla demolizione nel 2007 dall’Atts e restaurata integralmente nelle condizioni d'origine nel 2010, ma è in arrivo la 201 bolognese, che si andrà a posizionare dietro la romana! L’emozione è veramente tanta nel vederla e nel salirci sopra, la ammiriamo e la fotografiamo in ogni angolo, e il pensiero comune di tutti e cinque è “ma per girare su un tram bolognese dobbiamo venire fino a Torino?!?” (e pensare che sotto molte strade bolognesi le rotaie ci sono ancora, e pensiamo anche ai soldi e al tempo buttati per il Civis…). Questa vettura è stata costruita nel 1934 dalle Officine Stanga di Padova, ed è la capostipite di una serie di tram che servirà a rinnovare il parco tranviario cittadino. Le motrici bidirezionali serie 201-229 vengono subito immesse sulle linee più frequentate, grazie ad una modernità che accontenta tutti: i passeggeri, per il confort e la visibilità, l’ATM bolognese per la loro grande capacità e i manovratori per il comodo avviamento automatico tipo PCM. La 201 conclude la carriera bolognese nel 1963, alla chiusura della rete; insieme ad altre tre vetture (210, 218 e 228) non viene però demolita, bensì ceduta alla romana Stefer, che la ridipinge in blu-crema e la rende monodirezionale; farà servizio sulle linee tra Termini e Cinecittà o Capannelle. Col 1980 anche questo impiego cessa ma la 201, dopo alcuni anni, viene ancora una volta salvata ed esposta su un binario all’aperto. Nonostante il deterioramento causato dal tempo e dalle intemperie, ATTS la acquisisce per la sua importanza e la restaura integralmente nel 2010. Nel 2011 torna in servizio, stavolta a Torino, riportata esternamente nelle condizioni originali degli anni Trenta. Il tram ora è di proprietà Atts, e in questa giornata la fa circolare nei binari della rete tranviaria torinese per nostra grande gioia. Ci facciamo quindi il tragitto di ritorno verso Piazza Vittorio Veneto, e qui il gruppo si divide fra chi tenta di visitare la mole (purtroppo non riuscendoci per la lunga fila all’ingresso) e chi torna a Sassi per farsi un giro sul autobus bipiano di Italia 61, che avevamo già ammirato e fotografato prima. Se per i tram eravamo tutti troppo “giovani” per ricordarceli in circolazione a Bologna (i più vecchi sono nati 11 anni dopo l’ultima corsa del tram!), gli autobus bipiano a Bologna alcuni di noi se li ricordano bene (chi sta scrivendo l’articolo da piccolo aveva il capolinea del 45 a San Lazzaro proprio di fronte casa!), per cui è un bel tuffo nel passato, anche se per il caldo insopportabile dopo un po’ rinunciamo a viaggiare al piano superiore e ci trasferiamo sotto. Questa vettura, matricola 2002, è stata costruita ed acquistata dall’Atm di Torino nel 1961 in occasione delle celebrazioni per il centenario dell'unità nazionale. Si orientò su un veicolo panoramico a due piani, molto innovativo per il pianale totalmente ribassato, visto che per l’occasione serviva un veicolo molto capiente e di impatto visivo notevole. La Viberti colse l'occasione per sfornare la massima espressione dello stile, in un veicolo molto curato nei dettagli e realizzato in soli 12 esemplari, tanti infatti sono stati quelli acquistati da Torino, esclusivo cliente per questa fornitura. Dopo il servizio sulle linee speciali dell'Expo di Italia '61, questi autobus sono stati impegnati sulla linea 64 fino alla fine degli anni '70 e successivamente relegati ai servizi speciali per gli operai Fiat. A metà anni '80 tutte le vetture sono state radiate. Le ultime due unità sopravvissute alla demolizione, incomplete di moltissime parti, la 2002 e la 2006, sono state recuperate da privati e da Gtt ed unite insieme per il restauro di uno dei due. La proprietà dell'autobus è condivisa al 50% tra Gtt e Atts, come voluto dai privati che l’hanno donato. Terminato il giro sul bipiano facciamo qualche acquisto al banchetto ATTS fuori dal museo, diamo un’occhiata ai pannelli storici del Tpl Torinese curati dalla GTT nel ristorante dove c’è anche il tram a cavalli proprio di fianco alla stazione della Sassi-Superga  e di cui abbiamo già parlato. Una bella idea questa della GTT poiché realizzata in un punto di passaggio dei turisti diretti a Superga e qui abbiamo fantasticato pensando ad una cosa del genere alla stazione della funivia per San Luca, con questa ripristinata…pura fantasia, ma il contesto non sarebbe molto diverso da quello torinese.

Il gruppo Gst si ricompone al completo proprio sulla bolognese (non poteva essere altrimenti) in direzione Piazza Vittorio Veneto, dove scatteremo altre foto e faremo il giro con il tram 13/ fino al capolinea di Gran Madre di Dio prima di tornare a Porta Susa visto che manca ancora parecchio tempo alla partenza del treno. In Corso Po incrociamo anche la motrice 2823, il “Gustotram”, secondo tram ristorante di Torino. Arrivati a Porta Susa sfruttiamo l’ultima ora per farci un giro con la metropolitana di Torino, il primo sistema di trasporto pubblico d'Italia basato sul sistema a guida automatica VAL, attivata nel 2006 in occasione delle Olimpiadi Invernali. Collega la città dal capolinea Fermi, situato a ovest verso il comune di Collegno, a Lingotto Fiere (periferia sud, sede di uno storico stabilimento Fiat ora trasformato in centro polifunzionale) passando per il centro e toccando le due principali stazioni ferroviarie (Porta Nuova e Porta Susa). E’ per noi incredibile vedere questo trenino che  viaggia senza conducente e ad ogni stazione si ferma esattamente in corrispondenza delle uscite presenti sui binari. Scendiamo a Porta Nuova, e qui scattano altre foto, fra cui quelle alla linea 4, dove vi sono le vetture articolate della serie 6000, della famiglia Alstom Cityway, pianale completamente ribassato e lunghe ben 34 metri, quasi il doppio di un classico autosnodato!!

 

 Ormai l’ora del treno di ritorno verso Bologna si avvicina per cui torniamo sempre in metro a Porta Susa e salutiamo Torino con le ultime foto. Torniamo a casa veramente soddisfatti della giornata (unico rammarico il mancato giro turistico con i tram storici della linea 7, ma non avevamo abbastanza tempo per farlo),  e con l’indelebile ricordo del giro sulla bolognese 201! La rete urbana e suburbana torinese, composta da 1 linea metropolitana, 10 linee di tram (e come ci dicono membri dell’ATTS una volta la rete era più estesa e aveva anche servizi intercomunali), 109 di autobus offre veramente tanto per gli appassionati di trasporti pubblici (e peccato che la rete filoviaria sia stata definitivamente dismessa nel 1980,e a tal proposito l’ATTS ha pubblicato un libro “Filobus a Torino”), ma in una giornata come quella organizzata oggi dall’ATTS, a cui non si può che fare dei gran complimenti per il lavoro svolto, offre ancor di più e vale veramente percorrere i circa 300km che separano le Due Torri dalla Mole, e per noi bolognesi il valore oggi è aumentato tanto grazie alla 201!

 

Testo di Matteo Scandiani

Foto Archivio GST